Un percorso di Psicoterapia di coppia consiste in un ciclo di incontri la cui durata, non definibile a priori, varia a seconda delle problematiche presentate dalla coppia e dagli obiettivi che la coppia, attraverso il percorso, vuole raggiungere. Durante i primi incontri vengono esplorati i disagi, le difficoltà, le tematiche ed i bisogni espressi, al fine di concordare insieme le modalità e gli obiettivi terapeutici congiunti.
Durante gli incontri lo psicoterapeuta non dà giudizi né suggerisce come comportarsi; il tentativo è di stimolare entrambi i componenti della coppia per aiutarli a prendere contatto con i propri bisogni e desideri più profondi, le eventuali difficoltà di comunicazione e i giochi psicologici che inconsapevolmente agiscono nella relazione, nonchè a rendere consapevoli di barriere e automatismi che si frappongono tra loro e i propri obiettivi.
Il trattamento psicoterapeutico sarà anche finalizzato al conseguimento della migliore realizzazione di se stessi e delle proprie capacità/potenzialità; all’aumento della conoscenza di sé e all’accettazione dei propri limiti al fine della riduzione della sofferenza psicologica, e soprattutto alla realizzazione di un piano di vita di coppia, soddisfacente per entrambi.
Un percorso di coppia può essere utile per:
“In campo intellettuale, entrambi permetteremo all’altro di essere quello che è. Mi sposo con te con la promessa che non vorrò mai che tu mi imiti o veda il mondo esattamente come lo vedo io. Non cambierò parere assillandoti con pretese, aggressioni verbali, malumori, reclamando senza sosta “Voglio che tu pensi questo o quest’altro”. Rispetteremo sempre quello che siamo senza sentirci in colpa, senza permettere a nessuno di imporci comportamenti o ideali che non siano i nostri. Avremo il diritto di esprimere la nostra visione del mondo anche se è diversa da quella dell’altro.
In campo emozionale, riconosceremo che non tutti amiamo allo stesso modo. Ci ameremo come possiamo, senza cercare di essere specchio, senza aspirare a una fusione chimerica, senza voler essere tutto l’uno per l’altro. Non ci isoleremo in un rapporto esclusivo ma aggiungeremo al nostro affetto l’affetto per i nostri figli, per i parenti, gli amici, per chi suscita la nostra ammirazione, per l’umanità intera. Cammineremo insieme benedicendo ciascuno dei nostri passi, ma se le nostre strade si separassero, lo accetteremo augurando ogni bene all’altro, per la sua nuova vita.
In campo sessuale, comprenderemo che l’incontro dei nostri corpi è un piacere che deve essere esplorato e sviluppato. La vera chiave di una discendenza felice è il piacere con cui l’abbiamo generata. Avremo figli del piacere, non del dovere. Questo piacere sarà reciproco e senza limiti. Ci consentiremo di esprimere i nostri desideri chiedendo questa o quella carezza, accettando di soddisfare le fantasie sessuali dell’altro ma avendo anche il diritto di rifiutarci.
Condivideremo uno spazio ma ci permetteremo anche di avere un territorio personale, con la promessa di non invadere mai quello dell’altro, rispettando il bisogno di solitudine che ciascuno di noi può avere.
Un rapporto sano non si costruisce sul desiderio di possesso. La donna non appartiene all’uomo e l’uomo non appartiene alla donna. Ci uniamo nell’amore e collaboriamo insieme a un’opera, materiale o spirituale”.
Tratto da: Alejandro Jodorowsky, “Cabaret mistico, Feltrinelli, 2006
non ci comprenderemo mai del tutto, ma potremo assai più che comprenderci
(Novalis)